| Dopo aver commentato la 24h non posso non condividere uno dei giorni più belli della mia vita.
Parto sabato mattina alla volta di Rimini, con un treno che aveva la ruzza, perché lungo la linea dell'alta velocità segnava 307 orari. Mica male!
Arrivo a Rimini, e la vista del buon Gengo già mi riempie il cuore di gioia. Ma il tutto non è che soltanto all'inizio!!
Quando arriviamo in pista, la prima cosa che guardo è la curva dove mi sono schiantato l'anno scorso. La voglia di rivalsa è tantissima ed arrivo veramente carico e voglioso di dare il mio umile apporto alla squadra.
Nelle qualifiche sono il primo ad uscire, ed inizio a girare piano per scaldar le gomme. In realtà non mi sentivo tanto a mio agio. Mi sembrava che andasse dritto quel coso, e non avevo la confidenza giusta. Segno un mesto 53.5 che mi fa quasi pensare di tirarmi indietro, se non altro per non danneggiare troppo i miei compagni di squadra.
Poi invece mi ricordo le parole del Gengo "non andiamo per vincere, ma andiamo per guadagnarci onore e rispetto". Da questo momento in poi, mi concentro su cosa fanno i piloti migliori in pista. Cerco di capire se e dove frenano, quanti gradi di sbandata controllata e qualsiasi altra cosa che mi possa aiutare.
Nel primo turno faccio un 50 basso che è già decisamente meglio e non è neanche lontano dai miei compagni di squadra. Questo mi dà fiducia, a continuare lo "studio" dei piloti avversari e del nostro grande fenomeno Mirco.
Nel secondo stint inizio ad usare sempre più il retrotreno per far girare il kart. Mi rendo conto giro dopo giro, che è molto importante la percorrenza media. Se si scende di velocità poi si torna su con fatica. perciò cerco di mantenere una velocità costante e via via sempre più alta per provare a migliorare. Alla fine faccio un 49 basso che mi allinea con i miei compagni di squadra ad eccezione dei fenomeni Rossi - Gengotti.
Il terzo stint è la naturale continuazione del secondo. Sempre con in testa il pensiero fisso di non far danni e non danneggiare la mia squadra spingo sempre un peletto di più per capire cosa fa il kart in fase di scivolata controllata. Capisco che sto andando bene dal fatto che Gengo, invece di rimanere ai box, mi segue a bordo pista. Quando rientro scopro di aver fatto 47.7. Sono contento, ma lo sono di più quando il buon Gengo mi dice che è stupito di vedermi fare questi tempi e che è parecchio soddisfatto.
Dopo una soddisfazione del genere, potrei anche tornare a casa, ma la voglia di essere utile alla mia squadra è troppo alta. Mi sposto vicino all'ingresso box e cerco di capire cosa fanno i più forti nella seconda porzione di pista.
Al quarto stint, sono avvelenato al punto giusto e proseguo il lavoro del terzo stint. Sento di avere la situazione sotto controllo e decido di spingere ogni giro leggermente di più in qualche curva pur sempre con in testa, il pensiero primario dell'interesse della mia squadra. Chiudo con un 47.1 che sinceramente pensavo di non riuscire a fare, ma che ho comunque cercato ed alla fine ottenuto.
Io consiglio a tutti un'esperienza del genere. Avevo come compagni di squadra, un pilota in attività, un pilota di cronoscalate, un pilota di caratelle e un fenomeno come Gengo. E poi io povero sfigato "pilota virtuale". Nonostante fosse una squadra nata "l'altro ieri", sembrava che fossimo un team da sempre e che stessimo lottando per i mondiali. Invece noi volevamo soltanto l'onore e l'abbiamo ottenuto alla grande.
Andiamo via stanchissimi, ma consci di aver fatto una bella cosa, in mezzo ai grandissimi.
Ringrazio Gengo, perché è semplicemente una delle persone più belle che ho mai conosciuto, e non vedo l'ora di passare altro tempo con lui.
L'esperienza è impagabile, e vi invito a provare perché sarà emozionante come poche cose. E poi si respirava una voglia di far bene, un'unità di squadra che mi ha letteralmente gasato.
Grazie ancora a Gengo, al Valmarecchia racing team, a Mirco, al padre di Mirco e a chi ha dato una mano. Visto che ci sono faccio anche qui gli auguri alla figlia di Gengo che il 30 settembre verrà portata sull'altare.
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